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lunedì 18 marzo 2013

Diario Vaticano 11 / Francesco, il bello deve ancora venire




È difficile raccontare la storia, quella con la “S” maiuscola che cambia il mondo e la vita della gente. Persino per i cronisti, o per coloro che appuntano le loro impressioni, ieri su dei piccoli quadernetti, oggi sui blog. Lo storico Fernand Braudel ha insegnato che i grandi eventi dell’umanità non nascono solo dalle carte bollate o dalle guerre vinte e perse, ma anche e soprattutto dal sentimento dei popoli.
Oggi è più difficile scrivere e parlare di Chiesa, ma forse più bello. Francesco, vescovo di Roma, insieme alle dimissioni di Ratzinger, hanno regalato a tutti noi la certezza che la speranza e il sogno di un’umanità migliore sia possibile. Qui, ora, adesso.
Ci sono segni, oltre le pergamene e le carte costituzionali, che cambiano il corso della storia. I pantaloni neri sotto la talare bianca, le scarpe nere, normali e usate, le benedizioni chieste ai fedeli, il rispetto per chi non crede, il drappo della finestra di San Pietro senza stemma, il fatto che ancora non è andato ad abitare nell’appartamento pontificio, l’informalità dei gesti, l’omelia a braccio, la liturgia essenziale e, quindi, davvero sacrale quanto e forse di più di quella formale, le parole che cercano perdono e misericordia come lavacro quaresimale offerto a credenti  e non credenti in attesa di una nuova Pasqua.
Qualcuno dirà: è un papa buono. Non solo. È un padre e fratello che crede, spera e ama l’Altro.
Basterebbe questo per trovare un risvolto teologico e pastorale che va al di là dei nostri insperati desideri: Francesco, con la sua semplicità e dolcezza, si spinge in territori “altri” ma che la Chiesa ha coltivato da sempre, fin dalle prime comunità cristiane di Pietro e  Paolo, in un’opera continua di “fratellanza universale” (per usare le parole di Francesco) accanto alle fragilità dell’uomo.
Saprà stupirci, Francesco. Con i suoi gesti e i suoi segni. Il bello deve ancora venire.
Restituendoci la bellezza e il sorriso di un Dio che ci guarda.


ps: cari lettori, volevo ringraziarvi per esservi così tanti collegati con questo blog e per aver instaurato un clima di dialogo e di attenzione sulle ultime vicende della Chiesa universale. Da cronista, non ho potuto fare a meno, a volte, di accompagnare i post con un po’ di sana passione. Ma quando l’ho fatto, mi è parso sempre evidente. Spero di essere perdonato.
La storia della Chiesa e di Pietro va avanti. Cammina. A noi il compito di seguirla, passo dopo passo. È per questo che ho deciso di continuare questo cammino (i prossimi post si chiameranno semplicemente “Francesco”) con l’attenzione e la serietà che la mia professione mi impone e la passione che la mia fede in ricerca mi dona.
Stavolta, ne sono sicuro, racconteremo cose belle. Sogni sulla Chiesa.

7 commenti:

  1. Grazie Gianni
    col tuo blog dai voce e parole a sentimenti ed emozioni di tanti che come me che condividono totalmente quello che scrivi.
    Giandomenico Sisto

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  2. grazie, speravo che non finisse qui!

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  3. Grazie
    abbiamo condiviso con te una bella pagian della storia della chiesa. La Speranza è possibile e si è manifestata...a noi l'invito a fare la noistra parte e non delegare
    preghiemo uniti

    Giuseppe

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  4. Grazie... è vero : la speranza e' l'ultima a morire.... Grazie Papa Francesco, io SICURAMENTE pegherò per te!!!

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  5. grazie della testimonianza!il papa nuovo ,in tutti i sensi,ci rende possibile sperare nel cambiamento;sembra anche di poter di nuovo sorridere al futuro della Chiesa...

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  6. la fede in Dio c'era sempre stata,......adesso potrò pensare ad un ritorno alla mia Chiesa

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  7. Giovanna di Viareggio20 marzo 2013 alle ore 07:44

    Ho conosciuto questo blog grazie alle segnalazioni di don Gallo, ed è stato come "riconoscermi" in una scrittura capace di dar forma ai miei pensieri...Grazie di esistere, continuerò a seguirti con fraterna ammirazione e gratitudine!

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