Sono loro, i tre moschettieri, l’ago della
bilancia che peserà eccome sulla nomina del prossimo papa. Lo spagnolo Julián
Herranz, esperto in diritto
canonico, medico e psichiatra, è un cardinale di lungo corso che ha vissuto
gran parte della sua vita affianco al fondatore dell’Opus Dei, José Maria
Escrivà de Balaguer. Ai segreti, quindi, è ben abituato. Dello slovacco Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione
per l’Evangelizzazione dei popoli, il più anziano dei tre, c’è da dire che ha
svolto sempre con dignità e silenzio i lavori che in curia gli sono stati
affidati nel corso della sua lunga carriera tra le mura leonine.
Dell’italianissimo Salvatore De Giorgi tanti ricordano che è
stato arcivescovo di Palermo e assistente generale dell’Azione cattolica
italiana, ma pochi forse sanno che in quanto a fedeltà alla cattedra di Pietro
e a senso del dovere non lo batte nessuno. Un autentico mastino, ai quali denti
non saranno sfuggiti i malcapitati avventori di Vatileaks e dintorni.
Benedetto XVI ha chiuso in cassaforte i
risultati dell’inchiesta che i tre cardinali hanno condotto per suo conto, destinandola
nelle intenzioni al futuro papa, ma già nelle Congregazioni generali i
cardinali, elettori e non, hanno fatto capire che ne vogliono sapere di più. È
loro diritto, spiegano, sapere cosa c’è dietro lo scandalo Vatileaks, perché
ciò va a influire, e non potrebbe essere altrimenti, sull’elezione del nuovo
papa.
Che si siano fatti avanti in questa richiesta
(così come i rumors e alcuni
vaticanisti danno per accettato) intanto tre eminenze importanti come
l’austriaco Cristoph Schönborn, potente arcivescovo di Vienna, il tedesco Walter
Kasper e l’ungherese Peter Erdö (tra l’altro considerato uno dei papabili), la
dice tutta su quello che sta accadendo in queste ore in Vaticano. Sono tre nomi
importanti non solo perché rappresentano l’ala europea non eccessivamente
moderata né eccessivamente progressista, ma perché in passato sono stati i più
critici verso il (mal)governo della curia. Non sopportano gli scandali, ma non
sopportano soprattutto come questi siano stati “amministrati” in passato.
Che la verità si sappia, insomma. I tre
cardinali moschettieri, della cui integerrima moralità nessuno ha dubbi, hanno
un compito arduo e insieme profetico. Spiegare ai loro confratelli cosa è
successo, affinché la Chiesa esca dai margini di una crisi senza eguali.
Qualcuno si arrabbierà, qualcun altro
affilerà le armi per la battaglia in Conclave. Ma lo Spirito Santo, stavolta,
avrà libero accesso dalla porta secondaria della Relationem, e soffierà in modo impetuoso.
Che non sia proprio Lui,
affianco ai tre moschettieri, il giovane e baldo D’Artagnan.
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