È
difficile raccontare la storia, quella con la “S” maiuscola che cambia il mondo
e la vita della gente. Persino per i cronisti, o per coloro che appuntano le
loro impressioni, ieri su dei piccoli quadernetti, oggi sui blog. Lo storico
Fernand Braudel ha insegnato che i grandi eventi dell’umanità non nascono solo
dalle carte bollate o dalle guerre vinte e perse, ma anche e soprattutto dal
sentimento dei popoli.
Oggi
è più difficile scrivere e parlare di Chiesa, ma forse più bello. Francesco,
vescovo di Roma, insieme alle dimissioni di Ratzinger, hanno regalato a tutti
noi la certezza che la speranza e il sogno di un’umanità migliore sia
possibile. Qui, ora, adesso.
Ci
sono segni, oltre le pergamene e le carte costituzionali, che cambiano il corso
della storia. I pantaloni neri sotto la talare bianca, le scarpe nere, normali
e usate, le benedizioni chieste ai fedeli, il rispetto per chi non crede, il
drappo della finestra di San Pietro senza stemma, il fatto che ancora non è
andato ad abitare nell’appartamento pontificio, l’informalità dei gesti,
l’omelia a braccio, la liturgia essenziale e, quindi, davvero sacrale quanto e
forse di più di quella formale, le parole che cercano perdono e misericordia
come lavacro quaresimale offerto a credenti
e non credenti in attesa di una nuova Pasqua.
Qualcuno
dirà: è un papa buono. Non solo. È
un padre e fratello che crede, spera e ama l’Altro.
Basterebbe questo per trovare un
risvolto teologico e pastorale che va al di là dei nostri insperati desideri:
Francesco, con la sua semplicità e dolcezza, si spinge in territori “altri” ma
che la Chiesa ha coltivato da sempre, fin dalle prime comunità cristiane di
Pietro e Paolo, in un’opera continua di
“fratellanza universale” (per usare le parole di Francesco) accanto alle
fragilità dell’uomo.
Saprà stupirci, Francesco. Con i
suoi gesti e i suoi segni. Il bello deve ancora venire.
Restituendoci la bellezza e il sorriso
di un Dio che ci guarda.
ps: cari
lettori, volevo ringraziarvi per esservi così tanti collegati con questo blog e
per aver instaurato un clima di dialogo e di attenzione sulle ultime vicende
della Chiesa universale. Da cronista, non ho potuto fare a meno, a volte, di accompagnare
i post con un po’ di sana passione. Ma quando l’ho fatto, mi è parso sempre evidente.
Spero di essere perdonato.
La storia della
Chiesa e di Pietro va avanti. Cammina. A noi il compito di seguirla, passo dopo
passo. È per questo che ho deciso di continuare questo cammino (i prossimi post
si chiameranno semplicemente “Francesco”) con l’attenzione e la serietà che la
mia professione mi impone e la passione che la mia fede in ricerca mi dona.
Stavolta, ne
sono sicuro, racconteremo cose belle. Sogni sulla Chiesa.
Grazie Gianni
RispondiEliminacol tuo blog dai voce e parole a sentimenti ed emozioni di tanti che come me che condividono totalmente quello che scrivi.
Giandomenico Sisto
grazie, speravo che non finisse qui!
RispondiEliminaGrazie
RispondiEliminaabbiamo condiviso con te una bella pagian della storia della chiesa. La Speranza è possibile e si è manifestata...a noi l'invito a fare la noistra parte e non delegare
preghiemo uniti
Giuseppe
Grazie... è vero : la speranza e' l'ultima a morire.... Grazie Papa Francesco, io SICURAMENTE pegherò per te!!!
RispondiEliminagrazie della testimonianza!il papa nuovo ,in tutti i sensi,ci rende possibile sperare nel cambiamento;sembra anche di poter di nuovo sorridere al futuro della Chiesa...
RispondiEliminala fede in Dio c'era sempre stata,......adesso potrò pensare ad un ritorno alla mia Chiesa
RispondiEliminaHo conosciuto questo blog grazie alle segnalazioni di don Gallo, ed è stato come "riconoscermi" in una scrittura capace di dar forma ai miei pensieri...Grazie di esistere, continuerò a seguirti con fraterna ammirazione e gratitudine!
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