Visualizzazioni totali

mercoledì 11 aprile 2012

E' tempo che la politica risorga


A pochi giorni dalla Pasqua gli italiani si stanno chiedendo se è davvero il tempo della resurrezione per questo nostro Paese in difficoltà. Non ne va bene una. Alle difficoltà economiche e sociali si aggiungono quelle riguardanti l’uso dei soldi pubblici nella politica. La situazione che l’Italia sta attraversando è sotto gli occhi di tutti e non c’è bisogno di leggere le prime pagine dei giornali per saperne di più, basta andare al mercato a fare la spesa oppure parlare con il vicino di casa. Siamo al collasso economico, almeno per una fetta largamente maggioritaria della popolazione. Mentre lo spread fa il comodo suo, in un saliscendi continuo come quello della Borsa di Milano, le imprese licenziano, in barba a qualsiasi progetto di riforma dell’articolo 18, le persone perdono il posto di lavoro, i suicidi a causa della crisi economica aumentano. Il dramma sociale è sotto gli occhi di tutti, e le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese. Anche se gli italiani hanno preso bene la manovra Monti per il ristabilirsi dei conti pubblici, adesso cominciano a non capire più il perché si debba sempre andare a pescare sul fronte delle entrate, e ovviamente sempre nelle tasche di chi già le tasse le paga da sempre. Forse un’azione coraggiosa e incisiva sul fronte dell’equità fiscale e della spesa pubblica potrebbe davvero dare uno scossone a un Paese fermo da anni.
C’è una disaffezione alla politica che dopo le ultime vicende relative allo scandalo dei finanziamenti alla Lega acquista rilevanza pubblica. Non è un caso che in questi giorni proprio Pdl, Pd e Terzo Polo stanno ridisegnando con pochi e snelli articoli di legge, una materia come quella del finanziamento pubblico dei partiti che è alla base della “buona” politica. C’è l’intesa sui controlli della Corte dei conti e sulla certificazione di società esterne, ma non sarà affrontata invece la questione dell'entità e delle modalità di finanziamento ai partiti, su cui restano divergenze. Ma bisogna fare presto, altrimenti alle prossime elezioni politiche la gente diserterà in blocco. Lo stesso Consiglio d’Europa ha bocciato il sistema del finanziamento pubblico dei partiti in Italia, e c’era da aspettarselo. Così proprio non va. Il sistema italiano è “familistico”. Il lavoro, la professione, l’arte, le cattedre: tutto si tramanda famiglia per famiglia. Non ci si dovrebbe stupire allora perché i nostri giovani migliori scappino all’estero.
La gente, i semplici cittadini, si chiede nei bar se questo è il momento più critico o se il peggio deve ancora venire. Una delle grandi colpe della politica è proprio quella di non riuscire a dare risposte per il futuro prossimo, perché troppo impegnata a sistemare l’attuale disastro economico e sociale, ma forse sarebbe il caso di chiamarlo per quello che effettivamente è, un disastro etico-civile, e a tamponare le falle di conti pubblici che non ne vogliono sapere di arrivare a pareggio. Intanto arriva dalla multinazionale svedese Ikea una buona notizia: mentre le automobili vogliamo farle in America e il resto in Cina, l’Ikea ha scelto di delocalizzare in Italia. I mobili li sappiamo fare bene, eccome. E anche le cucine. Ci sono stranieri, per fortuna, che sanno apprezzare la grande tradizione artigianale italiana.
Dalla politica oggi ci aspettiamo un compito di “buona speranza”. Che sappia allargare gli orizzonti di una giusta convivenza civile. La resurrezione della politica in Italia risiede proprio nel suo ethos dimenticato, che molti farebbero bene a ritrovare oltre al tracciare linee di bilancio con taglio ragionieristico. E in una constatazione quasi banale: tornare a essere un poco più poveri per stare meglio tutti.
La vera risurrezione passa da qui.

Nessun commento:

Posta un commento