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domenica 3 agosto 2014

Diario d'agosto/3. Se l'Autostrada del Sole rimane vuota...


Nessuno. Non c’è proprio nessuno. Si viaggia che è un piacere, niente file oceaniche, e il famoso esodo di agosto se ne è andato a dormire. L’autostrada del Sole, o meglio della Pioggia, viste le condizioni meteorologiche, l’A1, è deserta. Dicono che il tempo autunnale ci mette del suo, ma non ci crede nessuno. In realtà non c’è più una lira, anzi un euro, in giro.
E sì che già da un paio d’anni l’Autosole era lo specchio dei nostri giorni, con tutte quelle automobili cariche all’inverosimile di ogni cianfrusaglia (proprio come quaranta anni fa), in partenza per i paesi natii e con a bordo i nonni (altrimenti chi lo paga il viaggio e la sosta all’autogrill?). Ieri, due agosto, e oggi, 3 agosto, non ne ho vista una di automobile familiare: evidentemente devono aver finito la cassa comune. La pensione serve a tante cose: ad alleviare i disagi del figlio disoccupato, a pagare le bollette dell’altro figlio, e a regalare la vacanza-studio all’estero al caro nipote.
C’è crisi, si vede. Non c’è viaggio. Non c’è sogno di futuro diverso. Nessuno che sorride all’autogrill, ma, peggio, nemmeno nessuno che si manda a quel paese, segno inevitabile dello sfacelo finanziario in atto. Ci si abitua pian piano a raccattare le piccole briciole rimaste. Gli stabilimenti balneari vuoti, le montagne libere dal chiacchiericcio inutile, le autostrade vuote dei rumori, le parole orfane di racconti.
Eppure bisognerebbe mandare i nostri politici a fare stages sulle autostrade italiane. Si imparano un sacco di cose. E si capisce perché il sistema Italia sta affondando, senza mezze misure.
Stamani, sul passo del Mandrioli, ero solo. Sull’E45 pochi superstiti. Sulla A14 neanche la fila classica, di domenica, per il mare. Ma che succede?
Solo la radio in macchina mi dà un attimo di attenzione. Mentre passo proprio sopra Treviso il giornale-radio racconta della sera prima, quando un fiume è straripato proprio lì e ha travolto un paesino occupato a far festa: quattro morti. Stiamo a pochi chilometri da Longarone. La storia, è proprio vero, è arida di ricordi.

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