Di
solito si scrivono le biografie in occasione di anniversari. Nel caso di don
Tonino io l’ho fatto per mancanza. È un paese strano l’Italia. Spesso abbandona
alla dimenticanza i suoi figli migliori, oppure li acclama eroi per pochi
giorni. Dentro questa distanza tra acclamati e dimenticati c’è la spiegazione
del perché ho passato gli ultimi due anni in compagnia di don Tonino Bello,
profeta di un vangelo della speranza che non ha paura di accarezzare,
accompagnare, aiutare. Sono diciannove anni che don Tonino non c’è più, e dire
che manca a questa nostra società ammalata di egocentrismo e rimasta
prigioniera dentro una crisi etica senza precedenti, è dire poco.
Don
Tonino non solo ci manca, a livello affettivo, umano. Ma il fatto che le sue
parole ci siano state, che il suo vissuto sia stato evidente a tutti, ci dicono
che la speranza (cristiana) e l’utopia (laica) di una società più giusta e
sorridente sia, sì, ancora oggi, possibile. Persino una Chiesa migliore di quella
di oggi appare possibile.
Ecco
perché mi sono messo sulle tracce di don Tonino Bello, vescovo dal 1982 al 1993
di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Ecco perché ho chiesto l’aiuto della
postulazione della causa di beatificazione nel ricercare le cause della sua
beatitudine in terra.
Sono
stati due anni intensissimi. Don Tonino è un autentico genio della scrittura e
della parola, coltivatore del cuore e delle mani, artista del sorriso.
Ripercorrere la sua vita e le sue opere attraverso i suoi scritti e ricordi di
chi lo ha conosciuto, è come sedersi di fronte a un monumento di saggezza e
santità del quotidiano.
Ho
cercato, anche da cattolico, di andare oltre le ristrette mura della cultura
cattolica. Sono convinto, infatti, che don Tonino sia un personaggio che
appartenga a tutti. Laici e cattolici. L’aver convinto un editore come Rizzoli
a pubblicare il libro mi conforta in questa mia idea.
Scrivendo
di lui, ho imparato molto. La convivialità
delle differenze che don Tonino amava praticare è molto più di un manifesto
delle buone intenzioni. È vita vissuta, capacità concreta di non aver paura
dell’Altro.
Spero
che il libro, oltre a fare memoria di don Tonino, trasmetta a chi lo leggerà questi
sentimenti e queste emozioni. E un briciolo di speranza sorridente.
Per
un futuro da cambiare e da amare.
Gianni Di Santo (con Domenico Amato)
La messa non è finita. Il vangelo scomodo di
don Tonino Bello
Prefazione
di Andrea Riccardi
Rizzoli
Editore
pagg.
240, euro 17,50 (nelle librerie dal 16 maggio)
Abbiamo avuto fortuna ad avere don Tonino come "maestro" negli anni giovanili in cui cercavamo modelli credibili di ecclesialità e risposte forti alle sfide che il mondo ed i poveri ponevano alla nostra fede. Sarò tra i primi lettori... Bravo!
RispondiEliminacomplimenti Gianni!
RispondiEliminacerco di segnalarlo, leggo solo adesso...
un abbraccio, laura bad.