Visita a Medjugorje dal 30 agosto
al 5 settembre organizzata, tecnicamente, da un’agenzia di viaggi ma con la guida
spirituale di un prete che tra l’altro è il responsabile dell’Ufficio
Pellegrinaggi di una diocesi del nord est. La notizia, apparsa sul giornale
diocesano, appare all’improvviso ai miei occhi nel mio ritiro cadorino.
Trascrivo il trafiletto, così
come appare nel giornale e nel profilo facebook dell’interessato.
II, III giorno
Medjugorje-Mostar.
Salita facoltativa sulle
colline delle apparizioni (Krizevac e Podbrdo), incontro con alcuni veggenti
(se presenti e disponibili) e visita ad alcune comunità ecclesiali presenti a
Medjugorje per ascoltare le loro testimonianze. Eventuale escursione a Mostar.
Prima colazione, pranzo cena e pernottamento in albergo.
IV giorno.
Medjugorje e Ragusa. Prima
colazione. Quindi dopo aver assistito all’apparizione della Madonna ai piedi
del Podbrdo, partenza per Ragusa…
I miracoli, si sa, non conoscono
obiezioni o dubbi. Nemmeno quelli della Commissione d’inchiesta internazionale
sulle apparizioni di Medjugorje capitanata dal card. Camillo Ruini e che
proprio nello scorso gennaio ha consegnato il suo rapporto nelle mani di uno
scettico Bergoglio. Ufficialmente non si può dire, ma nei corridoi vaticani
filtra non da ora la voce che qualcosa non torni nell’”affaire” Medjugorje.
Ricordiamo i fatti: dal 24 giugno 1981, nella piccola località della Bosnia
Erzegovina, la Madonna apparirebbe (il condizionale è d’obbligo…) a sei
veggenti, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan
Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo. Nel 2010 Benedetto XVI affidò a
una Commissione internazionale, presieduta appunto dal cardinale Ruini e
composta da diciassette membri provenienti da tutto il mondo (porporati,
vescovi, teologi e psicologi scelti tra i massimi esperti di mariologia e
apparizioni) il compito di approfondire il fenomeno Medjugorje. Il lavoro è
durato più di tre anni. Ora il dossier è nelle mani della Congregazione per la
dottrina della fede, che deciderà il da farsi. Si prevedono, comunque, per la
divulgazione del contenuto del dossier, tempi biblici. E si capisce il perché.
Ma, oltre ciò, è utile
soffermarsi sul programma di viaggio in oggetto. La salita per vedere le
apparizioni è facoltativa (in realtà il popolo dei fedeli non vede proprio
nulla, i soli deputati a vedere la Madonna sono appunto i veggenti). Ma come,
uno va fino a Medjugorje, con tutto quello che costa, e non fa lo sforzo di
assistere al prodigio per colpa di una salitella? Poi, l’incontro con alcuni
veggenti, cuore del viaggio, non è sicuro che succeda perché i veggenti
potranno non essere presenti e disponibili. Ma, allora, si chiede il cronista,
se non sono presenti vuol dire che non ci sono. E se non ci sono, chi la vede
la Madonna? Il popolo dei fedeli? No, questo è impossibile. E allora chi la
vede? Nessuna risposta al quesito, buio pesto. Ma la chicca del programma è il
IV giorno, quando, dopo la prima colazione, si assisterà (veggente ovviamente
presente…comunque vada un veggente lo si trova disponibile), all’apparizione
della Madonna.
Nel frattempo, però, ed è giusto
che i pellegrini lo sappiano, tantissime diocesi italiane hanno proibito
ufficialmente viaggi organizzati a Medjugorje. In poche parole: le parrocchie
non possono organizzarlo. Chissà perché.
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