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domenica 9 settembre 2012

Sarajevo, città della pace

La città dei minareti e delle moschee, delle croci e delle icone, delle sinagoghe e della stella di Davide, sembra un grande suk dove uomini di fedi ed etnie diverse tentano di vivere un nuovo lessico universale che ha i colori del futuro. Slalom, inshallah, pace. I nomi segreti di Dio della Bibbia, della Torah, del Corano hanno il volto della pace. Eppure Sarajevo ha conosciuto il volto più sanguinario della guerra. Vent'anni fa, fratello contro fratello, popolo contro popolo. Don Tonino Bello, profeta di pace, era sbarcato da queste parti in un lontano dicembre del 1992, in una Sarajevo assediata dalle bombe e dal tiro dei cecchini. Faceva freddo, c'era la neve. Volle venire qui, in questa terra sospesa per incanto tra Occidente e Oriente, insieme ad altri 500 innamorati della parola pace, per un segno di speranza. Il popolo del burek e dei cevapcici, del kajmak e del caffè bosanska kahva, quel popolo che ascolta la musica balcanica e gitana di Goran Bregovic ma anche le melodie arabe dell'oud, che e' abituato a parlare un esperanto di lingue diverse, ebbene quel popolo capi'. Abbraccio' quel segno di antica alleanza.
Sono passati vent'anni. Anni che ormai si aggrappano a un processo di integrazione europea che sembra davvero essere a portata di mano. Vivere insieme è il futuro: e' questa la parola d'ordine. Al Meeting internazionale di Sarajevo promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, con le quattro comunità bosniache (musulmani, serbo-ortodossi, cattolici, ebrei) per la prima volta insieme in un unico evento dalla fine della guerra del 1992-1995,si respira questo. E se alla liturgia presieduta dal cardinal Vinko Pulic nella cattedrale del Sacro cuore, al centro della Città Vecchia, partecipa per la prima volta il Patriarca serbo-ortodosso Irinej, e prende la parola, vuol dire che qualcosa sta accadendo nel cuore della gente.
Riconciliazione dei cuori. E processo politico di integrazione verso l'Europa che ha bisogno, oggi, di nuova forza.
Sarajevo e' già domani. Una chance di futuro possibile che potrebbe aprire una porta per un dialogo nuovo tra Mediterraneo e Mitteleuropa.
Solo la pace puo' osare tanto, sulle orme del volto di Dio.

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