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lunedì 9 settembre 2013

Papa Francesco e il nuovo che avanza


C’è ancora chi continua a dire: «Aspettiamo per giudicare». Chi ancora parla di oscure manovre, di litigi di palazzo, come se la guerra protrattasi “oltretevere” negli ultimi anni non sia finita da quel 13 marzo, giorno dell’elezione di Francesco. C’è chi fa sorrisini di circostanza quando Francesco si reca a Lampedusa, si inginocchia di fronte a una ragazza musulmana nel carcere di Rebibbia durante il giovedì santo. Chi, ancora, non esita parole saccenti nel commentare la prossima riforma della curia e dello Ior. «Vedrete, vedrete…», è il tono di chi non si accorge che la guerra non è che sia finita, è semplicemente persa. Le omelie di Santa Marta? I preti lo fanno ogni giorno…
E mentre le comunità e le parrocchie si chiudono a riccio in difesa di antichi privilegi e ranghi ecclesiali duri a morire, la rivoluzione della tenerezza di Francesco varca i confini geografici del mondo laico e agnostico, raggiungendo con la sua flebile e sorridente voce i lontani e i dispersi nella fede.
Dopo soli sei mesi cambia il Segretario di Stato. Niente pure qui? Nell’attesa, l’attuale, dà libero sfogo al suo malcontento dicendo che le eventuali colpe del disastro della diplomazia vaticana degli ultimi anni lo si deve imputare anche agli altri collaboratori (quando si dice lo spirito di squadra…). Ricordando che comunque il Segretario di Stato si muove solo su mandato dal papa in persona (quando si dice riconoscenza…).
Eppure c’è una cosa che i nostalgici dell’ancien régime fanno fatica a capire. È il silenzio “assordante” di piazza San Pietro durante la veglia di preghiera per la pace. Nemmeno il trillo di un cellulare. Tre ore continue. Un silenzio orante, quasi contemplativo, in compagnia del papa e in unione con gli altri uomini, anche di credo diverso.
Un silenzio che sta inondando le Chiese e i cuori dei lontani. Che va oltre le diplomazie e più veloce di un missile terra-aria. Il nuovo che avanza è sotto i nostri occhi, eppure c’è chi non vuol vedere.
La fiaccola della fede è riattizzata. La primavera, dopo un lunghissimo inverno, è arrivata.
Il Cristianesimo, con Francesco, ha deciso che è ora di ricominciare a dire la sua.

1 commento:

  1. Caro Gianni, ho criticato il tuo articolo precedente, ti faccio invece i complimenti per questo. Grazie!

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