C’è un’aria nuova che tira per i palazzi della Chiesa
italiana e non solo. Un’aria che avevamo annusato tanti anni fa con don Tonino
Bello, don Luigi Di Liegro, Carlo Maria Martini, solo per citarne alcuni.
Un’aria forte e tesa che ci dice che la Chiesa è in cammino in un’opera di
profonda rivisitazione di se stessa.
Francesco, con le sue ultime nomine, sta rivoltando
il materasso di questa Chiesa come solo le massaie di una volta saprebbero
fare.
Sta accadendo qualcosa di inaspettato. Il volto umile
dell’Altro, il servizio docile reso all’umanità falcidiata da ingiustizia e
iniquità, riacquista, per mano di Francesco, antica dignità. E l’ultima nomina
del nuovo segretario generale della Cei è solo la goccia che fa traboccare il
vaso della speranza. Prima abbiamo saputo di Paolo Rabitti membro della
Congregazione dei vescovi, poi di don Andrea Turazzi nuovo vescovo di San
Marino-Montefeltro: preti seri e volti del servizio. Mentre la scuola tradizionalista (in teologia) e conservatrice (in
politica) di Genova incarnata dal fu card. Siri è caduta in brutte acque e i
suoi allievi annaspano in mare aperto.
Oggi un’altra bella notizia. Don Nunzio Galantino,
guai a chiamarlo “eccellenza”, proprio come don Tonino Bello, si troverà tra le
mani l’organizzazione della potente macchina della Chiesa italiana. E sappiamo
già dove le indicherà di stare: lungo le periferie dell’esistenza.
Per chi aveva qualche dubbio sulla reale capacità di
Francesco di cambiare davvero le cose, dovrà ricredersi. Adesso aspettiamo
tutti il 22 febbraio, banco di prova della Chiesa che verrà. Quel giorno,
quando leggeremo i nomi dei nuovi cardinali, capiremo davvero dove la Chiesa
andrà a predicare il vangelo della speranza.
Ma, oggi, le nuvole cominciano a diradarsi. Il vento
soffia, eccome.
La Chiesa di Francesco è già oltre il Concilio
Vaticano II. Lo supera, lo innalza, lo rende adatto agli studiosi. Il vangelo
raccontato da Francesco è quanto di più simile rispetto all’originale.
Altro che rivoluzione. È arrivato
finalmente il cambiamento che tanti nella Chiesa aspettavano.
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