È il
più grande enigma della storia dell’umanità. Da braccio destro (silenzioso ma
risoluto) dell’ortodossia dottrinale durante gli anni dell’era wojtyliana a
ferita lancinante nel corpo vivo del potere temporale della Chiesa. Benedetto
XVI risulta oggi così. Un vero enigma da decifrare, di cui si continuerà a
parlare anche dopo il 28 febbraio, malgrado lui, Benedetto, faccia pubblici
annunci di ritiro dalle “cose” del mondo. D’altronde è possibile immaginare un plotone
di guardie svizzere che lo protegga in una sorta di libertà vigilata come si
usava una volta con re e imperatori mandati in esilio?
Benedetto
XVI, alias don Joseph, parlerà. Eccome se parlerà. Un silenzio orante, il suo.
Carico di simboli, novità e passioni mai dette per la vigna del Signore che
saranno, queste sì, un vero “contagio” per il popolo di fedeli. Perché il
dubbio c’è, rimane forte ora dopo ora: chissà quante gliene hanno fatte
passare. E quanto avrà sofferto per decisioni che non sentiva sue. Un paradosso
e un enigma insieme: adesso che non è più papa, diventerà un vero papa.
Da
buon tradizionalista è deciso a salvare la sua Chiesa dalle insidie di
ministranti e collaboratori (ma perché non mettere dentro il “mea culpa” anche alcuni
presbiteri e vescovi che – non tutti, è chiaro – danno l’idea di aver scelto l’abito
talare solo per una questione di status?) distratti dall’annuncio della buona
notizia. Ha riscattato trenta anni di fedeltà alla Tradizione pura e dura con
una decisione che vale un Concilio Vaticano III.
Che
si diano pace, i detentori della cupola di San Pietro. D’ora in poi il
“contagio” prenderà sempre più corpo, anche se tenteranno l’ultima partita in
Conclave per orientare, come solo i grandi generali sanno fare, le sorti in
battaglia.
Intanto
il piccione viaggiatore di Benedetto viaggerà di chiesa in chiesa, di
parrocchia in parrocchia, di coscienza in coscienza, portando i suoi messaggi
liberi come il vento che lo sprona a volteggiare oltre.
È
l’Oltre che spaventa i curiali. Quell’Oltre che dovrebbero invece amare, rimettendosi
in mano al Mistero.
E
solo allora, tra un po’ di tempo, l’enigma Benedetto apparirà per quello che realmente
è agli occhi di Dio e degli uomini. Tentando noi credenti laici, ma poco
disposti a berci la storiella che il papa lo sceglie lo Spirito Santo, a pensare
che, forse… sì, forse il soffio dello Spirito è incontrollabile e misterioso.
E il più delle volte veramente beffardo.
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