Nei
giorni scorsi ho letto parecchi post, e anche qualche articolo di giornale,
sulla vicenda di Chiara, la donna di 28 anni che ha scelto di interrompere le
cure per un tumore per portare a termine la desiderata gravidanza. Il bambino è
nato, lei è morta.
I
commenti sono tutti entusiasti. Io, semplicemente, non commento. Non oso. Per
il troppo rispetto della vita umana, quella che sta per venire alla luce e
quella che sta per andarsene.
Mi
piacerebbe però che questa felicità e questa tragedia fossero restituite al rispetto
e alla solitudine di chi le vive. Non abbiamo il diritto di pensare alcun ché,
né lasciarsi sfiorare dall’idea che scelte così forti dettati dalla propria
coscienza possano essere sventolati come ethos (possibile) comune.
Io
sto con il silenzio. Un laico e religioso silenzio.
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