Pasticceria
Fiori, un cult per chi si trova a passare in Cadore, lungo la strada Alemagna, la
“via delle Dolomiti” che in un attimo ti porta in Austria. Quattro tavoli all’interno,
fermarsi a degustare krafen ripieni di marmellata e crema è d’obbligo. Davanti
a me due coppie giovani, rispettivamente con quattro iPad messi sul tavolino.
Sguardi persi e concentrati sul da farsi. Nemmeno una sillaba, un ciao di
cortesia. La cameriera arriva per l’ordine ma gli internauti nemmeno se ne
accorgono. Un iPhone all’improvviso sbuca da chissà dove e reclama il suo
spazio. Fili, prese di corrente, pochi sorrisi, tutto molto professional. Quasi
radical chic. Il silenzio accompagna i tasti frettolosi sulla tastiera dei tablet,
si sente la crisi economica e c’è molta meno gente in giro.
Cercano impazienti una presa di corrente sotto le gambe dei bellissimi tavolini in legno, devono scaricare l’ultima applicazione per iPad e non sia mai che le pile finiscano all’improvviso.
Cercano impazienti una presa di corrente sotto le gambe dei bellissimi tavolini in legno, devono scaricare l’ultima applicazione per iPad e non sia mai che le pile finiscano all’improvviso.
Il
krafen è sul piano del tavolo, caldo e odoroso, ma sopra c’è l’iPad, e poi un
iPhone, e poi ancora una cuffia e vari cavetti adattatori. Il silenzio e la
concentrazione delle due coppie vengono solo disturbati da “bip” improvvisi
provenienti dai tablet. Una sola parola: «ma ci sarà mai un punto wifi in
questo locale gratis?». Forse non sanno che fuori, nel parco di San Vito,
vicino alla vecchia stazione ferroviaria del mitico treno a scartamento ridotto
che, tra il 1921 e il 1964, una volta portava i passeggeri da Calalzo fino a
Cortina e Dobbiaco lungo le vallate del Boite e della Rienza in uno spettacolo
naturale di rara emozione (una scelta, quella della soppressione del treno, in
omaggio al mito del progresso e che negli anni si è rivelata sfortunata), c’è
la possibilità di collegarsi wifi. Ma, chissà, forse farà un po’ freddo.
Controllare l’iPad allora, vediamo che temperatura fa fuori, è l’unica parola
ascoltata dai quattro.
L’altra
coppia accanto a me è di una certa età. Lui ha ordinato un calice di Pinot nero
e un cadorino, pane di segale, speck e cetrioli. Lei una cioccolata calda.
Guardano in silenzio il sole che illumina l’Antelao, una delle rocce
dolomitiche che ha i colori migliori. Degustano il buon vino in silenzio, e non
hanno nemmeno uno straccio di un ridicolo cellulare.
Sorridono.
Hanno da raccontarsi. Beata vecchiaia.
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