Francesco
ci sta portando per mano e non ci lascia più. Tenendoci in balia di una
irrequietezza dell’animo che sconfina oggi nella sorpresa e nell’attesa di un
evento epocale che tanti si auguravano. Non c’è via di scampo, soprattutto dopo
aver letto le sue incursioni sulla stampa, dalla lettera al “non credente”
Scalfari fino all’intervista rilasciata al direttore de La Civiltà Cattolica: la Chiesa, attraverso Francesco, si rimette
in gioco, guarda dentro se stessa, anticipa i tempi futuri del sacro e dello
Spirito e fa piazza pulita di un temporalismo che ha sfiancato, negli ultimi
anni, la profezia evangelica e l'annuncio della buona notizia.
Misericordia,
tenerezza, accoglienza, sorriso, dialogo con il mondo: sembra di essere
ritornati ai tempi del Concilio Vaticano II, quando la Chiesa scommise sulla
sua capacità di incontrare gli uomini nelle ansie e nei cambiamenti di questo
mondo. Ma, è bene prenderne atto, è il Concilio stesso a essere superato in un
abbraccio di umanità e razionalità disarmanti.
Con
le due ultime incursioni sulla stampa, Francesco disarciona i sabotatori del
tempio, svuota di senso gli appetiti personali che spesso si annidano nelle
curie e nei templi sacri, riduce a “beata” insignificanza qualsiasi
organizzazione costruita per la lode al Signore, lascia a bocca aperta gli
agnostici e i non credenti, prende di petto la Parola e le restituisce, come un
fiume in piena, l’abbraccio con il mondo intero.
Più
di ogni commissione sulla riforma della curia e dello Ior, che pure avranno i
loro effetti a medio termine, Francesco parla al cuore degli uomini senza
fronzoli e con una schiettezza che cambierà la teologia contemporanea molto
rapidamente. Quell’immagine della “Chiesa che è un ospedale dopo un campo di
battaglia” è la più forte delle parole mai sentite fino a ora da un romano
pontefice e mette la Chiesa, definitivamente, a fianco del cammino degli
uomini.
Una rivoluzione.
L’etica contemporanea e il cristianesimo ne saranno pervasi.
Tutti
dovranno fare i conti con questo Francesco. Tutti. I suoi detrattori, i potenti
della terra, i mercanti del tempio. E anche chi continua a chiedersi se Dio
esiste.
Francesco
non è la risposta definitiva, ma un “nome” che apre strade, già da oggi, di nuova umanità.
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