Visualizzazioni totali

venerdì 20 settembre 2013

Rivoluzione Francesco


Francesco ci sta portando per mano e non ci lascia più. Tenendoci in balia di una irrequietezza dell’animo che sconfina oggi nella sorpresa e nell’attesa di un evento epocale che tanti si auguravano. Non c’è via di scampo, soprattutto dopo aver letto le sue incursioni sulla stampa, dalla lettera al “non credente” Scalfari fino all’intervista rilasciata al direttore de La Civiltà Cattolica: la Chiesa, attraverso Francesco, si rimette in gioco, guarda dentro se stessa, anticipa i tempi futuri del sacro e dello Spirito e fa piazza pulita di un temporalismo che ha sfiancato, negli ultimi anni, la profezia evangelica e l'annuncio della buona notizia.
Misericordia, tenerezza, accoglienza, sorriso, dialogo con il mondo: sembra di essere ritornati ai tempi del Concilio Vaticano II, quando la Chiesa scommise sulla sua capacità di incontrare gli uomini nelle ansie e nei cambiamenti di questo mondo. Ma, è bene prenderne atto, è il Concilio stesso a essere superato in un abbraccio di umanità e razionalità disarmanti.
Con le due ultime incursioni sulla stampa, Francesco disarciona i sabotatori del tempio, svuota di senso gli appetiti personali che spesso si annidano nelle curie e nei templi sacri, riduce a “beata” insignificanza qualsiasi organizzazione costruita per la lode al Signore, lascia a bocca aperta gli agnostici e i non credenti, prende di petto la Parola e le restituisce, come un fiume in piena, l’abbraccio con il mondo intero.
Più di ogni commissione sulla riforma della curia e dello Ior, che pure avranno i loro effetti a medio termine, Francesco parla al cuore degli uomini senza fronzoli e con una schiettezza che cambierà la teologia contemporanea molto rapidamente. Quell’immagine della “Chiesa che è un ospedale dopo un campo di battaglia” è la più forte delle parole mai sentite fino a ora da un romano pontefice e mette la Chiesa, definitivamente, a fianco del cammino degli uomini.
Una rivoluzione. L’etica contemporanea e il cristianesimo ne saranno pervasi.
Tutti dovranno fare i conti con questo Francesco. Tutti. I suoi detrattori, i potenti della terra, i mercanti del tempio. E anche chi continua a chiedersi se Dio esiste.
Francesco non è la risposta definitiva, ma un “nome” che apre strade, già da oggi, di nuova umanità.

Nessun commento:

Posta un commento