Visualizzazioni totali

venerdì 4 ottobre 2013

Francesco, il nome della speranza


Quel 13 marzo di sette mesi fa un uomo venne con il nome di Francesco. Ero lì, in piazza San Pietro, come tanti altri. Un silenzio incredibile profumava l’aria e una preghiera laica intima si diffondeva tra i vicoli di Roma.
Nessuno aveva osato tanto. Tra i prìncipi della Chiesa, tra il popolo fedele. Eppure, oggi, dopo il giusto tempo dello Spirito, possiamo dire che mai nome fu quello giusto per un uomo che sta cambiando il mondo.
Francesco, il poverello d’Assisi, Francesco, il capo della Chiesa universale, e Francesco servo degli ultimi nella mondanità spirituale di un mondo spesso indifferente al grido degli ultimi, è il nome nuovo che dà coraggio e speranza. Oltre gli steccati ideologici, le controversie dottrinarie, i termini etici di un nuovo sviluppo globale dove le parole sobrietà e decrescita felice sono la strada da percorrere.
Oggi c’è il dramma di Lampedusa, i cammini di fame e libertà dei popoli scappati dalla “primavera araba”, e un capitalismo finanziario che non ha vinto la sua scommessa di crescita per il mondo globalizzato.
Nel Mediterraneo sconvolto da guerre, come duemila anni fa, c’è la speranza di un nome.
Il nome della pace, della speranza, della dignità di ogni uomo.
Oggi questo nome è Francesco.

Nessun commento:

Posta un commento